Incontro con "L'Ora di Gesł"

Il mio incontro
con l’Associazione avvenne tramite il Nuovo Dialogo, quando ci
fu la celebrazione del decennale dell’Associazione, leggendo le
testimonianze dei vari aderenti. Ma l’incontro vero e proprio
l’ho avuto con il mio arrivo a Statte, 4 anni fa, quando per la
prima volta mi trovai a guidare l’ora di adorazione.
Le prime domande che
mi posi furono: perché questi si incontrano "necessariamente"
alle ore 20,00?
perché proprio il lunedì? Non potrebbero partecipare
anch’essi all’adorazione che in parrocchia si fa ogni
giovedì sera, ad un orario più normale, cioè
alle l8,30?
Con queste domande mi accostai a questa esperienza, pero con
l’intenzione di capire, in un atteggiamento di ascolto. Ora,
credo di aver trovate le risposte, risposte che mi hanno arricchito
sia dal punto di vista pastorale che dal punto di vista spirituale.
Perché le ore
20,00
Credevo, fino ad
allora, che soltanto i giovani facessero orari notturni, visto che
con loro non si possono pensare e fare attività prima delle
20,00-20,30.
Devo dire che, meno male, mi sbagliavo. Poiché ci sono persone
che lavorano e che lasciano non prima delle
e che hanno bisogno di orari pensati anche per loro, sia per quanto
riguarda la formazione, sia per quanto riguarda la possibilità
di pregare, e non solo a livello personale, ma anche
comunitariamente. Ciò diventa per me parroco un bisogno da
soddisfare, verso cui venire incontro, anche se mi porta a ritirarmi
un po’ più tardi e mi costringe a tenere aperta la
chiesa fino ad un’ora più tardiva: però quanti
benefici per la gente che trova questa opportunità!Ma
credo che dietro la scelta di tale ora, ci sia anche l’intuizione
di volerlo fare anche come attività del “dopo cena",
quasi in notturna, e ciò innanzitutto per imitare Gesù,
che, secondo i Vangeli, preferiva, quali momenti per la preghiera
personale, il mattino presto, prima del sorgere del sole, ma anche la
sera tardi, dopo il tramonto; poi, soprattutto, per continuare la
Preghiera di Gesù nel Getsemani, preghiera che avvenne al
termine della sua ultima cena, che egli celebrò e visse come
Cena Pasquale, nella quale anticipò in modo incruento, nella
celebrazione, l’offerta di se stesso che avrebbe realizzato il
giorno dopo con la sua morte in croce. Ma credo che dietro questa
scelta, ci sia anche il motivo di voler strappare alla"notte",
alle "tenebre", una parte del suo spazio e del suo tempo,
sottraendolo anche alle proprie comodità, anche al giusto e
meritato riposo, dopo una giornata di lavoro, professionale o
casalingo, nella consapevolezza che "Dio ama chi dona con
gioia"; per donare non soltanto dei beni, ma anche il proprio
tempo, il proprio riposo, la propria disponibilità. Anche per
me presbitero e perciò è utile vivere e condividere
questa preghiera che potremmo chiamare "notturna”.>Perché il
lunedì? Perché e il
1° giorno della settimana, un maniera concreta per orientare
nella direzione del Signore tutte le attività, tutto il
lavoro, tutti gli sforzi, tutti i sacrifici, dell’intera
settimana, nella quale rischieremmo di "girare a vuoto", di
lavorare inutilmente, nella consapevolezza che è inutile
"agitarsi e preoccuparsi per molte cose", visto che "una
sola é la cosa giusta", che non è contrapporre la
preghiera al lavoro, la meditazione all’attività, bensì
porsi in atteggiamento di ricerca e di accoglienza della volontà
di Dio nelle situazioni concrete della vita, e, per voi laici, di
trattare tutte le cose del mondo (famiglia, lavoro, socialità,
tempo libero, ecc.) per orientarle secondo Dio. Quale giorno della
settimana migliore di lunedì,del 1° giorno, quello che dà
inizio alla settimana lavorativa? Anche per me presbitero è
interessante questa scelta: avere la possibilità di orientare
tutta l’attività pastorale secondo Dio, per evitare di
scadere nell’attivismo!
Ma credo che ci sia ancora un altro
motivo che porta l’associazione a darsi come appuntamento lo
stesso giorno e la stessa ora: quello di creare una
"forza-preghiera", di creare una comunità
sovra-parrocchiale e, addirittura sovra-nazionale, che affidandosi
unicamente al Signore, cerca di contrastare mentalità,
atteggiamenti, pseudo-culture che sono in contrasto con la fede; ed è
confortante per me, laico o presbitero, sapere che nella stessa ora,
nello stesso momento in cui io, con la mia comunità,
sono in preghiera, in adorazione dinanzi a Gesù Eucaristia, ci
sono altre 1.000
persone, se non più, che in altri luoghi, stanno pregando
insieme con me, anche in luoghi lontani, come il Burkina Faso, in
Africa, secondo l’ora locale, corrispondente alle nostre ore
,
e che la nostra preghiera diventa particolarmente efficace, non
perché l’unione faccia la forza, bensì perché
dove 2 o più sono riuniti nel nome di Gesù egli é
presente lì in mezzo a loro, e quasi a mo’ di
lievito,diffusa in tutta la pasta, sparsa almeno nella nostra
Diocesi, ma come finalità il mondo, sta facendo crescere tutta
la massa: le nostre stesse famiglie, le nostre comunità
parrocchiali, la diocesi, l’intera chiesa universale. Ho
constatato, infine, un’altra cosa: sono quasi tutte famiglie,
coppie, che si riuniscono in preghiera, le quali hanno capito che in
un momento di crisi della famiglia, c’e un’unica persona
che può aiutarla: nostro Signore. Non ci può essere
altra difesa. Partendo dalla parola di Gesù, secondo la quale
"senza di me non potete far nulla", le famiglie hanno
capito che solo Gesù può salvarle, curarle, guarirle,
farle crescere, difenderle dagli assalti distruttivi; anzi, queste
famiglie hanno capito che solo Gesù è la fonte
dell’amore, il
Sacramentum Caritatis,
come ci ricorda il Papa nella esortazione post-sinodale sulla
Eucaristia, e che, pertanto, solo alla sorgente dell’amore la
famiglia può dissetare la sete di amore che porta con sé.
Per me presbitero è un’altra lezione: solo Gesù
difende e fa crescere la mia comunità; senza di Lui non posso
far nulla: "se non è Lui che costruisce la casa, invano
mi affatico come costruttore, invano mi alzo di buon mattino e vado
tardi a riposare"; se invece a costruire la parrocchia, cosi
come la famiglia, è Gesù, di cui io mi faccio, anzi noi
ci facciamo semplici strumenti nelle sue mani, allora la parrocchia e
le famiglie, saranno case solide, costruite sulla roccia, che niente
e nessuno può far cadere. Grazie Signore Gesù per
questa lezione di vita, di fede e di pastorale che mi hai dato in
questi 4
anni attraverso questi miei fratelli laici.
Don Pompilio Pati