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Raccolta Pensiero del giorno
Al Signore non interessano i sacrifici, il formalismo, egli cerca
l’umiltà e la sincerità del cuore. Le parole di Gesù sono una
buona notizia per noi: ci accetta proprio perché siamo peccatori.
Al discepolo la prova non è risparmiata, il dolore non è evitato. Ciò che possiamo fare, allora, è prendere da ora il Cristo sulla barca della nostra vita come compagno di viaggio. È il Signore che semina, a noi egli chiede di dissodare il terreno, di scavare a fondo nella realtà in cui viviamo, di fissare sempre l’orizzonte, per evitare inutili e dannosi ritorni al passato: il Signore abita il presente! La sequela, il “seguire” Gesù è un salto di fiducia: «rinnegare se stessi» porta a trasferire la fede in noi stessi, nelle nostre capacità, nella nostra indipendenza, nei nostri sogni alla fede che libera, quella nel Cristo, nel Figlio dell’uomo. Desiderare ardentemente ciò che Dio vuole, vuol dire prendersi a cuore la sorte del fratello. Questa è volontà di Dio: che ci riconosciamo suoi figli e fratelli tra di noi. Dio non abita in un cielo lontano. Nel Figlio suo, fatto uomo, è entrato nella storia umana, ne conosce le luci e le oscurità; solidale con noi, è vicino a ciascuno e provvede per il nostro bene prima ancora che glielo chiediamo. Che senso avrebbe chiamare all’esistenza e intrattenere con l’uomo una relazione così impegnativa, tanto da farsi lui stesso uomo in Cristo, se poi tutto, compreso l’uomo, fosse destinato all’oblio? No, non basta credere all'Eucaristia; bisogna anche agire secondo le leggi che impone. Ora esso è soprattutto il Sacramento dell'amore. La volontà di Nostro Signore è che noi partecipiamo a questo amore, e che ad esso ci ispiriamo. Veniamo dunque a Gesù per amore. Umiliamoci, si, ma che l'amore o almeno il desiderio di amare veramente ci domini.(San Giuliano Eymard) Non è compito nostro vincere il male e la morte, Cristo li ha vinti anche per noi. A noi ha lasciato la sua Parola e l’Eucaristia: sono la nostra certezza, la nostra forza, la nostra speranza, la nostra guida. La vera grandezza consiste nell’essere servitori e il primeggiare comporta diventare schiavi, come Gesù. Su questa via, il Signore chiede anche a noi di realizzare la nostra chiamata. «La vita eterna». È già cominciata. Infatti essa consiste nell’unione profonda con Dio e con il prossimo. Il Signore non vuole portare via il posto al povero, alle persone escluse e poste ai margini della società. Se un cristiano ha un forte desiderio di seguire Dio, si farà servo dei fratelli, vedendo Gesù in coloro che serve! L’amore è una realtà viva che alle volte lotta anche tra l’incomprensione e le difficoltà, ma questo pacifico combattimento è quanto, in fondo, porta a compimento le nostre esistenze. Riconosciamoci nella quotidianità della nostra vita, non osservati, ma custoditi dagli occhi attenti e misericordiosi del Padre, sostenuti e benedetti dalle braccia amiche di Gesù. la Croce, il segno che ci dovrebbe identificare come vita lo abbiamo ridotto spesso ad un talismano di moda. Quanti segni di Croce ci facciamo passando davanti ai Crocifissi che sono nella nostra cittadina. Segno di Croce e bacetto... Poveri illusi che siamo, alla perenne ricerca di una “scorciatoia” che davanti a Dio non esiste. La Croce si vive. La Croce si abbraccia. La Croce si porta. La Croce del cristiano è vivere tutto con amore. Vivere la nostra storia quotidiana con amore. Fare anche i miracoli e non amare, non serve. Essere un predicatore travolgente e non amare, non serve. Avere prima del nome un bel “don” e non amare, non serve. d Cuttano Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di Dio, ma anche la voce di chi ci sta accanto, la voce degli altri. Benedetto XVI Se ci siamo incontrati e ti sei dimenticato di me, non hai perso nulla; se hai incontrato Gesù e l'hai dimenticato, hai perso tutto! San Francesco da Paola Dio ci anticipa sempre e in ogni singola vita c’è del bello e del buono che noi possiamo riconoscere facilmente come sua grazia, come raggio di luce della sua bontà. Per questo dobbiamo essere attenti, tenere sempre aperti gli “occhi interiori”, quelli del nostro cuore Benedetto XVI La preghiera genera la fede, la fede genera l'amore, e l'amore genera il servizio verso i poveri. Madre Teresa Anche noi, che viviamo in un’epoca di maggiori comodità e possibilità, siamo chiamati ad apprezzare uno stile di vita sobrio, per conservare più liberi la mente ed il cuore e per poter condividere i beni con i fratelli. Benedetto XVI Ogniqualvolta recitiamo il Padre Nostro, la nostra voce s’intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai solo. "Ogni fedele dovrà cercare e potrà trovare nella verità e ricchezza della preghiera cristiana, insegnata dalla Chiesa, la propria via, il proprio modo di preghiera… si lascerà quindi condurre… dallo Spirito Santo, il quale lo guida, attraverso Cristo, al Padre» Benedetto XVI La nostra Eucarestia è incompleta se non ci conduce al servizio e all'amore dei poveri.Ricevendo la comunione dei poveri riscopriamo meglio la nostra povertà. Madre Teresa Cari amici! La fede e la preghiera non risolvono i problemi, ma permettono di affrontarli con una luce e una forza nuova, in modo degno dell’uomo, e anche in modo più sereno ed efficace. Benedetto XVI Avete capito che Dio non vi toglie nulla, ma vi dà il “centuplo” e rende eterna la vostra vita, perché Dio è Amore infinito: l’unico che sazia il nostro cuore. Benedetto XVI Non è necessario andare nelle periferie per incappare nella mancanza d'amore e incontrare la povertà. In ogni famiglia e fra i nostri vicini c'è qualcuno che soffre. Madre Teresa L’uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall’esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza. L’uomo che confida nel Signore, invece, non teme le avversità della vita, neppure la realtà ineludibile della morte: è l’uomo che ha acquistato "un cuore saggio", come i Santi. Benedetto XVI l’Eucaristia: è un bene prezioso, un tesoro il cui valore non si può misurare, è il Pane della vita, è Gesù stesso che si fa cibo, sostegno e forza per il nostro cammino di ogni giorno e strada aperta verso la vita eterna; è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato. Benedetto XVI «Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma» (Lc 12,33). E’ un invito ad usare le cose senza egoismo, sete di possesso o di dominio, ma secondo la logica di Dio, la logica dell’attenzione all’altro, la logica dell’amore: Benedetto XVI Non ci limitiamo ad ammirare Maria nel suo destino di gloria, come una persona molto lontana da noi: no! Siamo chiamati a guardare quanto il Signore, nel suo amore, ha voluto anche per noi, per il nostro destino finale: vivere tramite la fede nella comunione perfetta di amore con Lui e così vivere veramente. Benedetto XVI Quando io mi pongo di fronte alla S. Eucarestia è come se, sotto il segno di quell'Ostia Santa, io mi trovassi di fronte a tutta l'umanità di Gesù, a tutta la sua storia, a tutta la sua vicenda, mi trovassi di fronte, realmente, ai momenti culminanti della sua vita.Benigno Papa Pensa, ti prego, che nostro Signore Gesù è il vero capo, e che fai parte delle sue membra. Egli ti appartiene come il capo al corpo. Tutto ciò che è suo è tuo... Tu gli appartieni come le menbra al loro capo... non c'è vera vita in te se non in Lui. San Giovanni Eudes Il Cristianesimo non annuncia solo una qualche salvezza dell’anima in un impreciso al di là, nel quale tutto ciò che in questo mondo ci è stato prezioso e caro verrebbe cancellato, ma promette la vita eterna, «la vita del mondo che verrà»: niente di ciò che ci è prezioso e caro andrà in rovina, ma troverà pienezza in Dio. Tutti i capelli del nostro capo sono contati, disse un giorno Gesù (cfr Mt 10,30). Benedetto XVI La Madre ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la "porta stretta" che è Gesù stesso (cfr Lc 13,24). Sì, Maria è la prima che è passata attraverso la "via" aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica. Benedetto XVI La gioia è amore, la conseguenza logica di un cuore ardente d'amore. La gioia è una necessità e una forza fisica. la nostra lampada arderà dei sacrifici fatti con amore se siamo pieni di gioia. (Madre Teresa di Calcutta) Non perdere tempo ad agire senza amore Io non penso di avere qualità speciali, non pretendo niente per il lavoro che svolgo. E' opera Sua. Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro. E' Lui che pensa. E' Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve poter solo essere usata. Madre Teresa di Calcutta Le creature debbono tacere se deve subentrare il silenzio in cui Dio può parlare. Questo è vero sempre anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita, spesso si preferisce vivere solo l'attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere, perché sembra più facile, con superficialità, senza pensare ... Benedetto XVI Cari amici, il Signore ci fa notare come in realtà continuiamo a vivere alla maniera dei pagani; come invitiamo, per reciprocità, soltanto chi ricambierà l’invito; come doniamo solo a chi ci restituirà. Ma lo stile di Dio è diverso: lo sperimentiamo nella Santa Eucaristia. Egli invita alla sua mensa noi, che davanti a lui siamo zoppi, ciechi e sordi; egli invita noi, che non abbiamo nulla da dargli. Benedetto XVI Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace. Allora comprendiamo che è un controsenso pretendere di eliminare Dio per far vivere l’uomo! Dio è la sorgente della vita; eliminarlo equivale a separarsi da questa fonte e, inevitabilmente, privarsi della pienezza e della gioia: “la creatura, infatti, senza il Creatore svanisce” . Benedetto XVI Quali sono le nostre radici? Naturalmente i genitori, la famiglia e la cultura del nostro Paese, che sono una componente molto importante della nostra identità. La Bibbia ne svela un’altra. Il profeta Geremia scrive: “Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti” (Ger 17,7-8). Benedetto XVI Cari amici, costruite la vostra casa sulla roccia, come l’uomo che “ha scavato molto profondo”. Cercate anche voi, tutti i giorni, di seguire la Parola di Cristo. Sentitelo come il vero Amico con cui condividere il cammino della vostra vita. Con Lui accanto sarete capaci di affrontare con coraggio e speranza le difficoltà, i problemi, anche le delusioni e le sconfitte. Benedetto XVI L’esperienza insegna che il mondo senza Dio diventa un “inferno”: prevalgono gli egoismi, le divisioni nelle famiglie, l’odio tra le persone e tra i popoli, la mancanza di amore, di gioia e di speranza. Al contrario, là dove le persone e i popoli accolgono la presenza di Dio, lo adorano nella verità e ascoltano la sua voce, si costruisce concretamente la civiltà dell’amore, in cui ciascuno viene rispettato nella sua dignità, cresce la comunione, con i frutti che essa porta. Benedetto XVI Cari giovani, imparate a “vedere”, a “incontrare” Gesù nell’Eucaristia, dove è presente e vicino fino a farsi cibo per il nostro cammino; nel Sacramento della Penitenza, in cui il Signore manifesta la sua misericordia nell’offrirci sempre il suo perdono. Riconoscete e servite Gesù anche nei poveri, nei malati, nei fratelli che sono in difficoltà e hanno bisogno di aiuto. Benedetto XVI Cari amici, come non aprire il nostro cuore alla certezza che, pur essendo peccatori, siamo amati da Dio? Egli non si stanca mai di venirci incontro, percorre sempre per primo la strada che ci separa da Lui. Benedetto XVI Il timore del Signore è il principio della scienza, gli stolti disprezzano la sapienza e l'istruzione. Siamo fatti per amare. L'amore dà la vita e vince la morte: "Se c'è in me una certezza incrollabile, essa è quella che un mondo che viene abbandonato dall'amore deve sprofondare nella morte, ma che là dove l'amore perdura, dove trionfa su tutto ciò che vorrebbe avvilire, la morte è definitivamente vinta" (Gabriel Marcel). Ogni giorno dobbiamo scegliere di amare e ciò richiede un aiuto, l’aiuto che proviene da Cristo, dalla preghiera, dalla saggezza che si trova nella sua parola e dalla grazia che egli effonde su di noi nei sacramenti della sua Chiesa. Benedetto XVI Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace, per il fatto stesso che consiste nella contemplazione di Cristo, Principe della pace e « nostra pace » (Ef 2,14). Chi assimila il mistero di Cristo – e il Rosario proprio a questo mira –, apprende il segreto della pace e ne fa un progetto di vita. Giovanni Paolo II La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare. Invece, chi è saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, è capace di portare la forza dirompente del Vangelo. Benedetto XVI Davanti a Dio non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa. Questa è un’illusione che può nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realtà, non facciamo mai abbastanza per Dio. Dobbiamo dire, come ci suggerisce Gesù: «Siamo servi inutili. Benedetto XVI La Chiesa – dice il Concilio – “è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Cost. Lumen gentium, 1). Per questo è fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore. E’ questo lo scopo della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che avrà luogo nei prossimi giorni, dal 18 al 25 gennaio. Quest’anno essa si ispira ad un passo degli Atti degli Apostoli: “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera” (At 2,42). Benedetto XVI |